Adam Kadmon, Katy Perry, Satana e le crocchette di patate massoniche

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L’illuminante Adam Kadmon dice che la luminosa Katy Perry è una seguace degli Illuminati, nonchè una allegra satanista. E se lo dice Kadmon, che fa della attendibilità la sua prima arma, dev’essere così. Inutile girarci intorno: se una evoca delle fiamme nel bel mezzo di un’esibizione ai Grammy Awards, di fronte a milioni di spettatori, non può che aver stretto un patto con le forze delle tenebre, è evidente. Nasconderlo non serve: oggi come oggi, Belzebù è terribilmente trendy. Ricordate Magica Trippy? “Con Trippy Gioia & Mistero può manifestarsi Satanaaah!”. Il Diavolo fa figo, anche se non quanto Papa Francesco, lo sanno tutti.

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“Natiche” by Jennifer Lopez: l’arguta recensione callipigia

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So cosa state pensando: “Ecco un intenso primo piano dei dirigenti Rai”. Siete davvero spiritosi. No, non è un dirigente Rai. E neanche Mediaset, anche se la somiglianza – devo ammetterlo – è straordinaria. Quel che vedete è ciò che appare all’inizio di “Booty”, ultimo video musicale con protagonista Jennifer Lopez. Essendo io un blogger irriverente, potevo mai perdermi un capolavoro del genere? Manco per sogno, esatto. E infatti eccomi qui a far l’arguta recensione – per vostra esclusiva gioia.

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Un tuffo nel passato: grandi e piccoli tormentoni estivi (anni ‘90)

Baccini & Ladri di biciclette – Sotto questo sole (1990)

Non sto neanche a dirvi “Ehi, è l’estate delle Notti Magiche, l’inno dei Mondiali ’90!”, tanto lo sapete tutti. Cito invece ‘Sotto questo sole’ perché, pur oscurata dal duo Bennato-Nannini e dagli occhi di Schillaci, si è ritagliata un posto (al sole) nella storia musicale italiana.

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Un tuffo nel passato: i grandi e piccoli tormentoni estivi (anni ’80)

Giuni Russo – Un’estate al mare (1982)

Uno dei primissimi esempi di proto-tormentone estivo (il primo tentativo in assoluto, almeno a queste latitudini, credo sia Enola Gay by O.M.D.). C’è lo zampino di Battiato, e si sente. Miss Russo possiede un ‘estensione vocale che tre quarti dei cantanti di oggi può solo sognarsi.

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Ottantanostalgia: la rubrica che t’aiuta a ricordare la musica anni ’80 (e non solo)

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Prima puntata di una sfiziosa rubrica – a cadenza assolutamente casuale – che ha lo scopo di riportare alla memoria le sonorità, le band e le personalità più significative dei pittoreschi anni ottanta.

(un sogno per alcuni ed un incubo per altri, me ne rendo conto)

(però io la rubrica la faccio lo stesso)

Gli anni ottanta sono stati un periodo irripetibile, di grande fermento, in particolare dal punto di vista musicale:  centinaia di artisti, spesso dai nomi bizzarri e dalle capigliature improponibili, hanno apposto la loro firma su un decennio vissuto a colori vivaci. Ce li ricordiamo ancora perché, sotto le giacche trendy con le spalline e le chiome superglam, la musica che suonavano aveva un’anima.

Whitesnake – Is this love (1987)

Dite la verità, non v’aspettavate iniziassi da loro. Magari pensavate agli Europe con The final countdown o Bonnie Tyler con Total eclipse of the heart, due brani-cardine degli eighties. E invece no. Secondo me gli Whitesnake con questo video riassumono l’essenza stessa di quegli anni: “Is this love” è la colonna sonora di un’intera epoca, forse l’ultima davvero romantica (anche in senso filosofico), in cui la vita era meno legata al virtuale, più artigianale… e sicuramente più a misura d’uomo. Basti vedere come venivano realizzati i video: qua il cantante se ne sta per metà tempo contro il muro d’un corridoio, ma riesce a mettersi lo stesso in posa plastica supercool (in quanto convinto di trasudare figosità – la ragione per cui ne è convinto ve la spiego nella prossima riga). Ulteriore motivo per citare gli Whitesnake per primi: le gambe di Tawny Kitaen, fidanzata del cantante (ecco la ragione) e nella mia personale Top 10 delle “Cose più clamorosamente sexy dei video anni ‘80”.

Billy Idol – Eyes without a face (1984)

Diobono, Billy Idol. Un fottutissimo genio. Avrebbe dovuto scrivere un manuale intitolato: “Come gorgheggiar con la bocca perennemente storta e far comunque impazzire le ragazze”. Ok, oggi probabilmente gli riderebbero dietro, ma negli anni ’80 Billy era l’archetipo del bad boy, il ragazzaccio ribelle. E funzionava! Non era però solo quello: dietro l’estetica e l’apparenza, che assunsero grande importanza proprio in quel periodo, c’era anche il talento. “Eyes without a face” è una ballad dignitosissima, delicata ed evocativa: chiudete gli occhi e lasciate che le sue note vi riportino nel 1984.

Culture Club – Do you really want to hurt me (1982)

L’estetica e l’apparenza, dicevamo. E chi meglio di Boy George, quando si tratta di immagine? L’ambiguo frontman dei Culture Club ci ha costruito un’intera carriera. Anche qui, però, è a mio avvio necessario fare un distinguo: il famigerato “culto dell’immagine” degli anni ’80 non nasce dal nulla. La gente usciva da un periodo piuttosto pesante, gli anni ’70, e voleva semplicemente giocare, evadere, divertirsi (“Girls just wanna have fun”, cantava Cindy Lauper). Pura joie de vivre, come un soldato che torna dalla guerra e vuol far festa scherzando, bevendo e tirando su il gonnellino di qualche bella fanciulla. Non c’erano malizia o secondi fini, almeno all’inizio; l’idea originale si è però deteriorata col tempo, e alla fine del decennio quella giocosità innocente (da adolescenti birboni, mi verrebbe da dire) aveva già assunto altre, ben più confuse, forme.

David Lee Roth – California girls (1985)

…A proposito del soldato che vuol tirar su il gonnellino di qualche bella fanciulla, ahah. Video leggendario: date un occhio ai colori, gli occhialoni, i vestiti e – vabbè, le modelle, ok. Questa è roba che mette sana allegria: di malvagio, immorale o antifemminista non c’è niente. Uh, il brano è una cover del singolo omonimo dei Beach Boys datato 1965.

Double – Captain of her heart (1986)

Iniziamo ora a citare brani che hanno letteralmente spaccato, incisi tuttavia da cantanti che pochissimi rammentano. Gli anni ’80, infatti, sono celebri per la quantità sterminata di artisti dai nomi impossibili che han piazzato UN singolo memorabile e poi boh-chi-li ha-visti-più. “Captain of her heart” dei Double, ad esempio, è un pezzo clamorosamente suggestivo, intriso fino alle ossa di anniottantismo. Cliccate play ed ascoltatelo: è uno di quei pezzi che lo senti e dici “ah, ma sì, che figata, me lo ricordo, ma che blogger fantastico che è questo qua, mi tira fuori ‘ste chicche pazzesche!”.

Mr. Mister – Broken wings (1985)

No, cioè, voglio dire. Come fa uno a chiamarsi “Mr. Mister”? Diobono, gli anni ’80 pullulavano di fantastici psicolabili, altro che Lady Gaga (Lady Lady, fosse stata famosa nel 1983). Eppure “Sig. Signore”, al netto delle folkloristiche giacche con le spalline ed i ciuffi aerodinamici, piazza un brano stupendo, pulito, che nella mia classifica personale piglia voti altissimi pure a trent’anni di distanza. Applausi, prego.

Glenn Frey – The heat is on (1984)

L’associazione “The heat is on = Axel Foley” (Eddie Murphy in “Beverly Hills Cop”) scatta in automatico anche senza vedere le immagini. Dico davvero. Pezzo di grande vitalità, che ispira buonumore e che rispecchia perfettamente le atmosfere anni ’80 (in cui non ci si prendeva sempre così sul serio).

Nik Kershaw – The riddle (1984)

Mi sa che nemmeno Nik ed il regista sapevano cosa dire davvero con ‘sto video. Ma fa niente, gli anni ’80 erano anche questo: giocosità non-sense alla massima potenza. “The Riddle” è stato uno dei successi più grandi dell’epoca, e ciò è sufficiente.

Bananarama – Venus (1986)

Pazze scatenate, le Bananarama. Il video è un delirio artistico di rara fattura, ma – vale la pena sottolinearlo di nuovo – sempre divertente ed ironico. Gli anni ’80, come ho già detto in passato, sono stati presumibilmente il decennio migliore per essere bambini: un periodo di grandi cambiamenti e di grandi contrasti, certo, ma vissuti con uno spirito molto meno opprimente e molto più variopinto rispetto ad oggi.

Duran Duran – Save a prayer (1982)

Concludo questa prima puntata della rubrica con un classico: “Save a prayer” dei Duran Duran, vero e proprio manifesto del filone new romantic. Un pezzo epico: ha trent’anni e musicalmente non li sente affatto, funziona ancora perfettamente. Ah, è interessante notare come negli anni ‘80 il concetto di “glamour” spesso si riallacciasse a quello di “ambiente”. Ricordate? Era il periodo del risveglio delle coscienze ecologiche, dell’Amazzonia da proteggere, degli indios, della piccola bianca Sibert. Nel video, Simon LeBon & Soci figheggiano da par loro accanto a una quintalata di pargoli colored che corrono su bianche spiagge incontaminate… e poi i tramonti, le onde, le capanne, i pescatori: tutto concorre a creare l’idea che “essere fighi sì, ma rispettando la natura”. Anche questo è anni ’80.

Video musicali vintage: una meravigliosa ed eccentrica lista

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Per vintage intendo anni ’70 / ’80, mica quelli col Quartetto Cetra o i pornosoft della belle époque. In realtà la mia intenzione originale era quella di inserire i videoclip più sexy che ricordo (così, giusto per rammentare a tutti che sono e rimango blogger irriverente)… poi però mi sono imbattuto in alcune perle di comicità più-o-meno involontaria e non ho saputo resistere. Tanto la Top 10 dei Video Ingrifanti per Suinidi Incalliti posso sempre proporla un altro giorno, no?

(piccolo assaggio per i più impazienti: “Playmate of the Year” degli Zebrahead. Ma ora, via con la lista)

Blondie – The tide is high = Il brano si intitola “la marea è alta”, nel video certi buzzurri sono in fila di fronte ad un palazzo, il testo parla di fidanzamenti e vero amore. Ci siete fin qui? Bene. Sapete dirmi cosa cavolo ci fa lì Darth Vader? Compare davvero! E pure la Morte Nera! E c’è perfino il colpo di scena finale (con Darth Vader che non è il vero Vader, ehm, per non pagare un botto di soldi a George Lucas & Soci).

Sylvester – You make me feel (mighty real) = Secondo me è bellissimo tutto il video, non solo l’abbigliamento “very girly” di Sylvester.

P.h.D. – I won’t let you down = Lui asfissiante antesignano degli stalker, lei elegante quanto una maitresse cecoslovacca. Lui fa la fine che si merita. E lei pure, considerando con chi va via.

Alison Moyet – Invisible = C’è un party molto anni ’80, con la gente coi maglioncini anni ‘80 che puccia gli improponibili ciuffi anni ‘80 nel ponch analcolico anni ‘80. All’improvviso, il dramma: lui non se la fila di pezza, quindi lei s’adombra. Fin qui ok, ma perché lei si chiude nel ripostiglio per cantare? E quel microfono che *pop!* appare all’improvviso, cioè, da dove spunta?

Kate Bush – Running up that hill = Sonorità tra le più caratteristiche del periodo; video suggestivo coi due protagonisti che si dimenano, si strusciano e volteggiano come Nureyev sotto acidi. Poi arrivano i tizi mascherati come i protagonisti (!) e la follìa prevale.

Earth Wind & Fire – Let me talk = un po’ come guardare uno show di tre ore condotto da Pupo dopo aver mangiato pesante: un gran casino con allucinazioni e incubi assicurati.

S.O.S Band – Take your time = Il pirla vestito da pirata con la giacca verde. Lo vedete? Si muove come uno di quei pupazzi spiritosissimi che si mettono sul cruscotto dell’auto per mostrare che anche chi guida è spiritosissimo. Ahò, io lo voglio come soprammobile. Chi me lo regala?

Doctor & The Medics – Spirit in the sky = Cosa fa il cantante con quella scala? Dove va? Ma soprattutto, perchè si è conciato da Farinelli Voce Regina versione Metal? Memorabile il momento in cui sale su per un palazzo con una corda in perfetto stile “telefilm di Batman anni ’60” (e tutti sbucano dalle finestre senza motivo) (no, il motivo c’è: è un video anni ’80. Come spiegazione basta ed avanza)

Simple Minds – Alive and kicking = Quella della star anni ’80, diciamocelo, era ‘na vitaccia: bisognava sembrare strafighissimi e supertrendy, sì, ma anche romantici e con l’animo del filosofo. C’erano quindi fior di band che, per mostrare quant’eran toste ed in sintonia con la natura, si mettevano a cantare accanto a una cascata. O vicine ad uno strapiombo. Con le chitarre elettriche costosissime,le batterie pesanti mezza tonnellata, le comode giacche a frange di pelle, gli orecchini tipo lampadario di nonna ed i primi piani pieni di sguardi penetranti stile “ammazza quanto so’ figo però oddio sono in cima a ‘na rupe aaah salvatemi me la faccio sotto aiuto”.

Super Ospite Speciale, ovvero il video più assurdamente inquietante degli ultimi trent’anni: Crispin Glover – Clowny clown clown = Vi siete mai chiesti come mai George McFly (il celebre papà di Marty McFly) non compaia in Ritorno al Futuro parte seconda? Personalmente temo che la troupe del film, dopo aver visto ‘sto assurdo video, sia rimasta shockata e non abbia voluto più saperne di lui. Vi consiglio caldamente di guardarlo: sembra ‘na puntata di Twin Peaks miscelata col delirio febbrile di uno sceneggiatore Mediaset.

Film anni ’80: dieci musiche da pelle d’oca

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Quando si parla dei film anni ’80, e più precisamente delle musiche dei film anni ’80, son bravi tutti a citare Ritorno al futuro, Indiana Jones, Nove settimane e mezzo, E.T., Rocky e Rambo: si tratta di brani monumentali. Ma durante quell’irripetibile decennio c’è stata una vera e propria pioggia di memorabili melodie da cinema. Eccone alcune:

(siete pronti? “Super Momento Nostalgia” in arrivo)

The Hitcher – finale / titoli di coda (Mark Isham)

Uno dei film più inquietanti degli anni ’80. Se non lo conoscete, guardatelo: merita davvero, e inoltre trasuda anniottantismo da ogni fotogramma. Ogni volta che vedo la scena finale (col protagonista che fa fuori Rutger Hauer e poi, sfinito, si appoggia all’auto) e sento questa musica, rimango in silenzio a pensare a ciò che hanno rappresentato per me quegli anni – no, non nel senso che volevo far fuori la gente.

Ladyhawke – sigla iniziale

Grandissimo tema musicale per una grandissima fiaba medievale. Brano che va ascoltato per intero: ogni secondo è pura magia.

Conan il Barbaro – Anvil of Crom (Basil Poledouris)

Mitica e potente quanto il personaggio interpretato da Schwarzenegger.

1997 Fuga da new York – original theme

Ha segnato un’epoca. Ipnotica.

Voglia di vincere – Win in the end (Mark Safan)

Questa viene citata molto di rado, ma rispecchia perfettamente le sonorità dell’epoca. A me piace molto. E il film, pur essendo una ragazzata all’americana, è assai gradevole.

La Storia Infinita – main theme (Limahl)

Questa invece viene citata fin troppo spesso, ma non potevo esimermi dall’inserirla: 1) perché è stata la colonna sonora di milioni di ragazzini e 2) perché anch’io avrei voluto un Fortunadrago come amico. P.S. = Le capigliature! Le capigliature!

Flashdance – what a feeling (Irene Cara)

Lei + una sedia + una corda + un secchio d’acqua. Nient’altro da aggiungere.

Karate Kid – You’re the best (Joe Esposito)

Dà la carica. Uh, se dà la carica. E il maestro Miyagi è un mito per tutti noi.

Gremlins – main theme

Quando i mostri mettevano paura, ma facevano anche ridere. Avete notato? C’era un’ironia tutta particolare che permeava quegli anni, e che ora non esiste più.

Ghostbusters – Main theme (Ray Parker Jr)

Altro esempio di come l’ironia e la “giocosità” anni ’80 raggiungesse vette oggi inaccessibili: quando alcuni affermano che si è trattato del decennio migliore per essere bambini, si riferiscono anche a cose come queste…

11 – Fuori concorso : Labyrinth – Dance Magic Dance (David Bowie)

… O a cose come Labyrinth, ovviamente. E’ musica d’annata: se non vi scendono i lacrimoni risentendola (e rivedendo Bowie in mezzo a tutti quei goblin), non siete vissuti negli anni ’80.