Adam Kadmon, Katy Perry, Satana e le crocchette di patate massoniche

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L’illuminante Adam Kadmon dice che la luminosa Katy Perry è una seguace degli Illuminati, nonchè una allegra satanista. E se lo dice Kadmon, che fa della attendibilità la sua prima arma, dev’essere così. Inutile girarci intorno: se una evoca delle fiamme nel bel mezzo di un’esibizione ai Grammy Awards, di fronte a milioni di spettatori, non può che aver stretto un patto con le forze delle tenebre, è evidente. Nasconderlo non serve: oggi come oggi, Belzebù è terribilmente trendy. Ricordate Magica Trippy? “Con Trippy Gioia & Mistero può manifestarsi Satanaaah!”. Il Diavolo fa figo, anche se non quanto Papa Francesco, lo sanno tutti.

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Mistero 2014: tra fatality, panzane e minestroni strabolliti

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Oh, ecco,  và che bello. Adam Kadmon ha finalmente concluso la sua pittoresca digievoluzione in un personaggio di Mortal Kombat. Mancano solo Sub Zero, le curve di Sonya Blade e Liu Kang che gli fa la fatality.

(in realtà è Adam che piazza fior di fatality – a base di scie chimiche, massonerie e complotti vari – al cervello degli spettatori indifesi)

Due nuovi conduttori / indagatori dell’occulto: Clemente Russo, ex pugile ed ex olimpionico, ed Elenoire Casalegno, ex… di Vittorio Sgarbi e Dj Ringo, mi pare. Vabbè. Cosa abbiano a che fare ‘sti due con lo show non si sa: un po’ come se ad un simposio sull’arte bizantina invitassero Maurizi Seimandi, J-Ax e Floradora.

(per inciso, un programma del genere dovrebbe reggersi *almeno* sulla preparazione degli inviati: mandare in giro per il globo gente che nulla sa degli argomenti trattati e che si comporta esattamente come farebbe lo spettatore a casa non ha senso, A MENO CHE il “non sapere una mazza” divenga un merito, in quanto ci si mostra “vicini” al pubblico in pieno stile Barbara D’Urso – un pubblico a cui si può raccontar qualsiasi panzana, tanto la metà delle volte manco se ne accorge)

(i famigerati Bevitori di Tantum Rosa, ricordate?)

Ma fa niente, Clemente ed Elenoire rimangano pure in tv a dissertar di Yeti, spettri ed alieni: tanto non è che Bossari, Pinketts e gli altri siano lì per meriti o competenze particolari. Ogni anno che passa, Mistero somiglia sempre più ad un gran minestrone strabollito di concetti strampalati e personalità bislacche, un guazzabuglio in cui si può infilare tutto e il contrario di tutto e dove qualsiasi volto – anche solo minimamente televisivo – può trovar accoglienza e rifugio. Unico desiderio: l’anno prossimo vi prego, chiamate Pino Scotto come inviato superspeciale sulle tracce dei musicisti morti-ma-forse-no… son sicuro che riuscirebbe a resuscitare Michael Jackson con la sola forza delle bestemmie.

Ultimatum alla Terra (2008)

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Sinossi: Klaatu è un alieno venuto da lontano appositamente per farci la morale sull’ecologia. Una scienziata bella, brava e buona ed un fastidioso bambino gli faranno cambiare idea.

Codesto film è un remake, e la cosa non mi sorprende: ad Hollywood stan raschiando il fondo del barile in quanto ad idee originali. Con la voglia che hanno di attualizzare e rimodernare tutto, stan facendo dei danni che la metà basta. Vabbè. Che cosa stavo dicendo? Ah, si. Che si tratta del remake d’una pellicola piuttosto celebre, datata 1951, intitolata “The Day The Earth Stood Still”.

Dai, quello con la famosa scena dell’extraterrestre che spunta fuori dal disco volante, dice “Klaatu barada nikto” ed il militare pirla gli spara. Non sarà stato un capolavoro, ma aveva un suo perché, ed ai tempi fu un successo. Perché dunque non riproporlo, avran pensato quei geniacci ammmerigani? Magari lo rendiamo più attuale, lo ritinteggiamo un po’, e visto che ci siamo ci infiliamo un bel messaggio ecologista, chè al giorno d’oggi è tanto di moda e piace un sacco alle mamme.

Peccato che il prodotto finale sia un involucro tanto bello da vedere quanto vuoto e fasullo, e non riesca a suscitare la benché minima sensazione. Il solito film “di plastica”, con emozioni preconfezionate da scaldare al microonde.

ImmagineIl faccione pallido di Keanu Reeves e la sua espressività da Tonno Nostromo è quel che ci vuole per riprodurre il gelido alieno, sì, ma è purtroppo il resto che fa acqua da tutte le parti, ad iniziare dagli altri due personaggi principali, quello della scienziata e quello del bambino.

Ora, dai, diciamoci la verità: non siete stufi marci di beccarvi dottoresse, professoresse o esperte superperfette in ogni dannato film? Io sì. Non è realistico, né simpatico. Ho capito che il cinema è finzione, e se non sei bello non ti danno la parte, però accidenti, un minimo sindacale di donne “normali” dovrebbe sempre venire garantito. La scienziata qui rappresentata è il tipico stereotipo del “protagonista tuttofare”, che racchiude in sé ogni qualità umana e che riesce in ogni cosa che fa per grazia ricevuta: non solo è estremamente attraente, ma è anche giovane, intelligente, colta, generosa, coraggiosa, equilibrata, ingegnosa, amorevole, accorta, altruista, carismatica, comprensiva, garbata, buona, gentile, educata, e chi più ne ha, più ne metta. Noia, noia, noia. Impossibile identificarsi in un personaggio tanto distante dai canoni reali.

Il bambino, figlio adottivo della scienziata, non si capisce che ruolo abbia nell’economia del film. Dico davvero. Per me è assolutamente superfluo, ed anche lui non ha feeling con lo spettatore. Si intromette una quantità di volte nella narrazione senza apportare alcunché, lagnandosi o sparando frasi d’una banalità estrema, tipo che ‘gli alieni vanno uccisi in ogni caso, che siano buoni oppure no’. Ecco, prendendo lui come termine di paragone, lo stesso ragionamento si può fare per i bambini che recitano nei film di fantascienza, che siano buoni oppure no. Bravo genio.

A parte ciò, tutti parlano all’alieno o dell’alieno come se fosse la cosa più naturale del mondo. Eccerto, come no, chi non lo farebbe? Come aggravante c’è da dire che il tutto è reso in maniera frettolosa, senza sufficiente pathos, apparendo scialbo e privo di mordente.

ImmagineC’è una memorabile scena, ad esempio, in cui la scienziata protagonista porta Klaatu da un suo amico premio Nobel, e dove i due si parlano attraverso complessi calcoli matematici. Sarebbe anche interessante, se non fosse totalmente decontestualizzata e non risultasse pretestuosa ed inutile (difatti il premio Nobel si vede solo in quell’unica scena, senza peraltro combinare niente a parte dire a Klaatu una roba tipo “eddai, dacci un’altra possibilità, fai il bravo, su su”).

Piccola perla: la prima cosa che fa il funzionario del governo incaricato di gestire la situazione è minacciare l’alieno, cercando di rapirlo e di portarlo nella solita base militare supersegreta, il che rappresenta una mossa diplomaticamente geniale, si si, in particolare quando una sfera misteriosa altra quattrocento metri si è appena piazzata in pieno Central Park.

La visione che gli sceneggiatori hanno del governo americano, per inciso, dev’essere qualcosa d’abominevole, visto come fanno apparire i suoi rappresentanti: un branco di pseudo-nazisti coercitivi, puerili, testoni e malmostosi, che prima maltrattano chiunque e solo dopo, quando si rendono conto che stanno per morire, si mettono a piangere dalla mamma-scienziata, che li aiuta perché è buona, brava, coraggiosa e bla bla bla.

Voto complessivo: 5,5 (tendenzialmente tedioso e paraculo)