Il volto del celestial tormento

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Tiki Taka, Italia 1, poco fa: l’espressione solo *apparentemente serena* di un Pucci in chiara (ma beata) ebollizione mentre, seduto tra Melissa Satta e Costanza Caracciolo, non sa più dove guardare.

P.S. = miss Caracciolo è ospite fissa a Tiki-Taka perché calcisticamente competente, come si evince dalla foto. Vi sfido a negare.

(immagine via TvSee)

Quando c’è l’eleganza, c’è tutto

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Non sono una persona a cui piace vivere di ricordi. Ogni tanto, quando l’occasione lo richiede, è simpatico rimembrare il passato, certo… ma non credo alle mitiche Età dell’Oro in cui si stava tutti bene e invece adesso i ggiovani d’oggi uh mamma non c’è più la mezza stagione è uno schifo signora mia. Spesso ci capita di ricordare i bei tempi andati con malinconica nostalgia perché eravamo più giovani, più freschi, con meno responsabilità sulle spalle e meno cicatrici nell’animo. Continua a leggere

Chiambretti Super/less conversation

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Oggi l’amico Akio ha parlato sul suo (bel) blog di Chiambretti Supermarket. Tra le altre cose, ha affrontato l’argomento “scenografia di Chiambretti Supermarket”, che pare proprio piacere un sacco a tutti – soprattutto a quelli di Tv Talk.

“Uh mamma mia quant’è bella ‘sta scenografia, quant’è imponente, quant’è fashion e geniale ed innovativa!”

Io la guardo, la scenografia del Supermarket chiambrettiano, e c’ho come un senso di disagio. Sono disorientato. Sulle prime penso “sarà perché sono invidioso, anch’io vorrei questo livello di bellezza, imponenza e creatività per il mio sgabuzzino”.

Invece no.

Cioè, l’invidia ce l’ho – sono un blogger corrotto fino al midollo, si sa. Ma non è quello.

Poi mi sovviene che il senso di sbandamento potrebbe avermelo provocato l’imprudente ricordo del Gioco dei Nove con Vianello.

(ah, che bei ricordi)

Ma nel Supermarket non ci sono le X e le O, e neanche Francesco Salvi o Peo Pericoli appesi al terzo piano della struttura.

No, è qualcos’altro… ah, sì. La scenografia del Chiambetti-show è talmente avanti che mi consente di recuperare un brano musicale che ci ha martoriato le gonadi nel 2001, tredici anni fa. Si chiama “A Little Less Conversation (Elvis vs JXL)”, su MTV andava fortissimo e – cosa più importante – evidentemente invidiava anche lui un botto il Supermarket, visto che nel videoclip gli ha copiato paro paro fino all’ultimo cubetto.

Come una tarantola nelle mutande

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Che strano: il carismatico Salvo Sottile, eroico paladino della tv del dolore, ha di nuovo floppato. Eppure è così bravo e simpatico e modesto, chissà come mai.

(forse perchè senza Yara, Melania & ZioMichè non ha una mazza da raccontare)

Ecco il doloroso “adieu” via Twitter:

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Oh sì, Salvo, la tua Linea Gialla mi mancherà tantissimo. Come una tarantola nelle mutande.

(nella foto in alto: và quant’era bello all’epoca del TG5, un vero figurino)

Tematica sociale forte

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Grande Fratello 13, riparte la tiritera della tematica sociale forte (che poi si riduce puntualmente alla pornografia dei sentimenti, le urla belluine, i cambi d’abito sexy non inquadrati per *pudore* – uhuh – e le battaglie notturne coi cuscini e i secchi d’acqua): tra i concorrenti ci sarà una ragazza senza un braccio.

Uhm. Vabbè, è già un miglioramento: di solito in quella Casa entra solo gente senza cervello nè dignità.

Lo so, non dite nulla, sono troppo cinico: in fondo il capo progetto ha dichiarato che i concorrenti di quest’anno “non puntano alla celebrità“. Non entrano, cioè, pensando di diventare famosi, in quanto sono “ragazzi normali con lavori normali”.

Oh. Bene. Quindi non sarà la consueta sfilata di Calvin Klein fatta di operai, commesse e precari stranamente raccomandati da una quantità di umilissime agenzie di casting / fotomodelli.

PfffahahAHAH…erhm. Ceeeerto.

La ragazza senza braccio, d’altronde, era solo stata scelta per essere una coniglietta di Playboy. Robetta da nulla.

Qui sotto, la reazione dell’universo a tutte queste illuminanti notizie:

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Il Tragicomico Apostolo: tra preti playboy, lupi di fumo e supercazzole clericali

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Ci sono alcune cose ne Il Tredicesimo Apostolo 2, diabbolica fiction targata Canale 5, che non mi sono chiare.

Ad esempio il motivo per cui sia considerato un telefilm di successo, o anche solo meritevole d’esser guardato.

Viene descritto come un clerical-horror, ma di pauroso c’è solo il livello di recitazione: il protagonista, per dire, dovrebbe essere un gesuita /studioso del paranormale che combatte le forze del dimonio, ma l’attore che lo interpreta ha lo stesso carisma di un impiegato delle poste e la stessa credibilità di Bruno Sacchi.

A proposito del protagonista: è un prete che fa parte di un team segreto di preti con al comando un prete (suo zio… classica raccomandazione all’italiana). Uno s’aspetta al massimo un Don Matteo versione dark, con Terence Hill che fa i gestacci e ascolta i Metallica, non so. Invece il Tredicesimo Apostolo è un telefilm davvero ribelle, dalle emozioni forti, quindi i preti qui… trombano come ricci. Il protagonista prima c’ha una relazione sesciuale con Claudia Pandolfi, poi scopre che suo zio in realtà è suo padre.

(Luke, sono tuo padre) (NOOOOOO) (Parte la musichetta di Star Wars)

Ma vabbè, fosse solo questo il problema. No. Il problema è la consueta aura di provincialità che circonda il tutto. Dialoghi surreali, ambientazioni che dovrebbero esser sinistre e invece appaiono dozzinali, eventi poco credibili perfino in una fiction-parodia di Voyager o Mistero.

Esempio: gli Infernali Lupi di Fumo (!) che assaltano un gruppo di persone tra cui l’amico (prete) del protagonista (prete) di notte davanti a ‘na chiesa (prete) (ah no). Con ‘sto poveraccio che agita come un forsennato ‘na croce urlacchiando in latinorum maccheronico i suoi “vade retro!” e le sue supercazzole clericali – con effetto ZERO – e altri lì accanto che tentano di ammazzare le intangibili belve a fucilate (!?) – con effetto SOTTOZERO.

Last but not the least, la convinzione (da parte di regista, autori e produttori) che il pubblico sia composto da gibboni e cercopitechi, e che quindi abbia bisogno ogni tre secondi di una dettagliata spiegazione di ciò che accade sullo schermo. Si assiste dunque alla scena in cui Tizio compie una azione e illustra quel che sta facendo mentre lo fa (altrimenti il popolo-bue rischia di non capire) o quella dove, imbattendosi in una bambina con gli occhi bianchi e la voce di Sandro Ciotti, subito Caio commenta che quella bambina è posseduta (sennò il pubblico si confonde e magari pensa abbia la bronchite, poverina).