1) Il Papa è un esempio. Arriva in Brasile, scende dall’aereo, sale su una Fiat Panda e gira per le strade di Rio senza transenne né cordoni di polizia, col finestrino abbassato, salutando, sorridendo, benedicendo. Un’immagine da brividi, di grande impatto, che dona speranza. Bergoglio sembra davvero vivere gli insegnamenti più profondi di Gesù, ultimo tra gli ultimi, annullando le distanze tra se stesso e la gente.
2) Il Papa è matto. Arriva in Brasile, scende dall’aereo, sale su una Fiat Panda e gira per le strade di Rio senza transenne né cordoni di polizia, col finestrino abbassato. Annullare le distanze che ci separano è meraviglioso, ma anche un rischio enorme: tra lui e un potenziale attentatore c’erano solo un paio di preoccupate bodyguard (che arrancavano a piedi accanto all’auto semi-sommersa dalla folla).
3) La vita del Papa è nelle mani di Dio – e in quella di un gruppo di squilibrati. Le foto documentano i gravissimi errori di valutazione da parte della sicurezza brasiliana: la strada dove passa il Pontefice, Capo della Chiesa Cristiana, *deve* rimanere sgombra. Dove avevano la testa tutti quanti? Erano impegnati a festeggiar la nascita del Royal Baby? Se Bergoglio fosse stato ferito lì, in mezzo a quel clamoroso ingorgo di persone, macchine e autobus, l’autista della Panda dove sarebbe passato? Era completamente, drammaticamente, scriteriatamente bloccato.